In un’intervista a Fanpage.it Susanna Camusso, senatrice del Pd,
commenta le misure per la famiglia previste dal governo Meloni nella prossima
manovra: “Tutte le misure hanno l’effetto di mantenere il gender gap. Non hanno fatto
l’unica cosa di cui le donne avrebbero bisogno, e cioè un congedo paritario per
entrambi i genitori”. “Non servirà a molto e sembra più un premio nuovo nato, più che
una politica per la famiglia. Intendiamoci, è assolutamente vero che alla nascita di
un figlio i genitori devono sostenere molte spese. Ma mi sembra uno strumento
discutibile. Una vera politica per la famiglia sarebbe il Piano asili nido, che
risulta disperso, tra le tante misure non attuate del Pnrr. Alle famiglie servono le
scuole per l’infanzia e le scuole a tempo pieno, che sono scomparse anche dalla
discussione sui Lea. E se una coppia non ha i servizi minimi garantiti, e ha già
magari un bambino dei sei anni, come fa a pensare di fare un secondo figlio? Certo
non sarà un bonus di 1000 euro a convincerla.” “L ‘intento secondo gli annunci è
quello di far crescere il tasso di natalità, una misura per rendere possibile a più
famiglie la pianificazione di un figlio. Ma per evitare che avere un figlio equivalga
a perdere il lavoro, servono misure strutturali, che accompagnino non solo i primi
quattro mesi di vita di un bambino, ma che durino per un tempo dignitoso, che è il
periodo dell’infanzia, fino a quando i figli non arrivano all’autonomia. Se il
governo vuole fare un investimento a favore della natalità deve agire sui servizi.”
“Non hanno fatto l’unica cosa di cui le donne avrebbero bisogno, e cioè un congedo
paritario per entrambi i genitori. Noi vorremmo un congedo paritario di 5 mesi, se lo
facessero almeno per 3 mesi lo considererei un passo avanti. Ma non hanno mai dato un
segnale in questa direzione. Continuano a fare politiche che sono funzionali a
mantenere lo status quo, immaginando che le donne possono non lavorare. Il quoziente
familiare da questo punto di vista è terribile, è un meccanismo a stringere. Perché
non si offrono strutture, si dà un bonus per un anno, e visto che a conti fatti da
madre si può ottenere un po’ di vantaggio fiscale, il valore del lavoro delle donne
scompare sistematicamente.” “L’unica nota positiva è la strutturalizzazione del
taglio del cuneo fiscale, anche se era una strada praticamente obbligata, perché non
avrebbero potuto prorogare ancora una norma che avrebbe condizionato risorse delle
leggi a bilancio a venire. Sicuramente l’averlo reso strutturale ha un effetto
positivo sull’economia, perché sapere di averlo rappresenta una certezza per le
famiglie. Ma l’intervento sulla sanità è una schifezza, sui contratti pubblici non
cambia quasi nulla. Non parliamo di politiche industriali perché le abbiamo
cancellate dallo scenario. Ma sostanzialmente è per la terza volta la stessa
manovra.”