I ragazzi studiano ma il riconoscimento dei titoli varia da regione a regione
‘Gli studenti che hanno frequentato nell’anno scolastico 2013/2014 i corsi ad esaurimento di ‘Tecnico dei servizi sociali’ e i corsi di ‘Tecnico dei servizi socio-sanitario’ sono circa 50mila. Il paradosso è che questi ragazzi hanno studiato per acquisire un titolo che di fatto non è spendibile nel settore socio-assistenziale e nel settore socio-sanitario. Infatti, anche se ancora oggi il ministero dell’Istruzione indica questi percorsi scolastici come utili per l’inserimento nei settori lavorativi sociale e socio-sanitario, il riconoscimento dei titoli è demandato alle Regioni, che si comportano in maniera differente l’una dall’altra’. E’ quanto si legge in un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Giannini presentata dalla senatrice del Pd Nicoletta Favero. ‘Prevalentemente le Regioni non riconoscono affatto questi titoli per l’accesso al lavoro in strutture sociali e socio-sanitarie. Questo – continua la senatrice Favero – determina una grave situazione di incertezza che comporta confusione e delusione nei molti giovani, e nelle loro famiglie, che al termine di un percorso di studi mirato al lavoro in relazioni di aiuto alle persone si trovano con un titolo non riconosciuto. Chiedo che il Ministro dell’Istruzione, insieme agli altri soggetti istituzionali interessati, si faccia parte attiva per risolvere questo problema e se non ritenga urgente procedere ad un accordo con le regioni, sulla base delle esperienze fatte da alcune di esse, quale la Toscana, per prevedere ambiti professionali specifici per il cui accesso sia spendibile il titolo di ‘Tecnico dei servizi sociali’ e di ‘tecnico dei servizi socio-sanitari’. Eventualmente – conclude Favero – si potrebbe anche pensare a integrazioni teoriche e tirocini che poi portino all’acquisizione di una qualifica professionale spendibile nel settore sociale e sociosanitario’.