“L’Italia si va deindustrializzando ma
il governo non sta mettendo in campo quello che serve per
invertire questa tendenza. Anzi, a dirla tutta molte politiche
dell’esecutivo Meloni sono decisamente contro l’industria. Basti
pensare alla riforma fiscale, che con la soppressione dell’ACE
ha caricato sulle imprese tre miliardi di tasse in piu’, ma
anche al programma Transizione 5.0, annunciato a novembre 2023,
diventato operativo nove mesi dopo e cosi’ difficile d
utilizzare che ad oggi, su 6,3 miliardi stanziati, risultano
domande per meno di cento milioni”. Lo ha dichiarato Antonio
Misiani, senatore e responsabile economico PD, durante
l’incontro pubblico organizzato dalla Fondazione Demo e dai
gruppi parlamentari PD. Secondo Misiani “bene ha fatto Elly
Schlein, in occasione dell’audizione di Tavares in Parlamento, a
ribadire che l’interesse strategico dell’Italia e’ salvaguardare
la vocazione manifatturiera e sostenere i processi di
innovazione e la competitivita’ dell’industria nella transizione
ecologica e digitale. L’Italia ha bisogno di un’industria
moderna, competitiva e sostenibile e le politiche industriali
sono una delle piu’ importanti cartine di tornasole della
credibilita’ di un progetto alternativo di governo. Il Pd su
questo terreno ha da tempo messo in moto iniziative e proposte,
a partire dal documento e dal ciclo di incontri di
ImpresaDomani, culminati con la conferenza nazionale di Torino
per l’industria e il lavoro. Abbiamo lanciato l’idea di un Fondo
pluriennale per accompagnare l’industria nella doppia
transizione ecologica e digitale e la riorganizzazione delle
misure di sostegno, un maggior coordinamento delle societa’ a
partecipazione pubblica e la cancellazione del programma di
privatizzazioni del governo Meloni, la riforma della governance
delle politiche industriali. Rilanceremo queste proposte in
occasione della prossima manovra di bilancio”, aggiunge Misiani.


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