“La giustizia che vuole la destra è da palinsesto televisivo: antirave e anti imbrattatori, il decreto Cutro, pene spropositate per manifestazioni e perfino contro la resistenza passiva nelle carceri. Per non dimenticare la non obbligatorietà del differimento della pena per le donne incinte e le madri di bambini fino a un anno di età. Altro che garantismo: è una linea “manettara” che si contrappone alla reale necessità di affrontare le sacche di disagio, le grandi questioni sociali, le marginalità spesso legate a fenomeni di criminalità. E dentro questa strategia – e questa è l’aggravante – c’è anche il tentativo di delegittimazione della magistratura, secondo un disegno ormai esplicito volto a metterne a rischio indipendenza, autorevolezza, autonomia”. Lo ha detto il sen. Walter Verini in dichiarazione di voto per il PD sul ddl intercettazioni.
“Le modifiche e le restrizioni contenute nel ddl intercettazioni assestano un colpo al contrasto alla criminalità – ha aggiunto – Le intercettazioni, che la maggioranza intende derubricare, andrebbero semmai potenziate e qualificate per i reati di corruzione, contro la pubblica amministrazione, e naturalmente contro le mafie e terrorismo. Limitare la proroga delle intercettazioni è un altro passo in una direzione pericolosa che rischia di favorire i criminali più scaltri, capaci di attendere il momento giusto per eludere i controlli. E poi che fine faranno le indagini sugli omicidi e quelle sulle violenze sessuali?”.
“La giustizia giusta ha bisogno di ben altro – ha concluso Verini – Il governo si occupi delle carceri che stanno esplodendo, dei tempi ancora troppo lunghi dei processi, degli uffici giudiziarie e dei Tribunali dove c’è carenza di personale, delle risorse tagliate anche al sistema giudiziario. Le intercettazioni sono un caposaldo che va mantenuto e rafforzato. Per la maggioranza sembrano però essere solo un peso sullo stomaco”.


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